lunedì 23 marzo 2015

La vita sessuale delle gemelle siamesi - Irvine Welsh

  Per svariati motivi ci ho messo parecchio a leggere questo libro, e molte volte riprendendolo ho pensato di leggere Chuck (Palahniuk), stavolta Irvine ci ha messo più ricerca, i temi trattati sono ancora più profondi. Poi verso la fine ti accorgi che il libro è proprio di Welsh, inconfondibile. I temi trattati sono diversi, importanti, drammaticamente seri e irritabilmente frivoli. E quelli più... importanti vengono solamente sfiorati, come se la brezza primaverile ti accarezzasse la pelle, ma la stessa brezza è tagliente e ti lascia cicatrici così profonde che nonostante tutto il trucco estetico, non si riesce a coprire. Almeno voglio pensare che Irvine abbia voluto dare questo significato, mi dispiacerebbe pensare che non abbia avuto voglia di approffondire, ma solo buttare ancora merda nel cesso. Libro molto al femminile, anche se è difficile per un uomo scrivere un Io femmina, e lo si comprende nelle scene di sesso, nelle tante scene di sesso, hanno imbarazzato persino me, ma si sa che il sesso è il sale della vita. E le donne sanno essere molto più camioniste nei loro racconti. 


Stavolta non ci sono acidi, spinelli o eroina ma le droghe sono altre, ma hanno sempre la stessa funzione, estrapolarsi dalla realtà. Modificare tutto quello che non ci piace, che vogliamo nascondere dandoci del piacere immediato, ma che come tutte le droghe ci rende parassiti affammati continuamente. "- La coca-Cola non è solo merda! Ti fa venire voglia di consumare altra merda.", "E' tutto a causa dell'astinenza da Coca-Cola...". E come due tossici che discutono se sia meglio l'eroina o il crack le due protagoniste si incontrano scontrano. "- Pare che l'acqua sia la tua risposta a tutto!. - La tua era la Coca, e col cazzo che era una risposta!". Ottimo libro da leggere a fine febbraio, quando il sole toglie le ombre al tuo corpo. "Un giorno senza corsa mattutina è un giorno in cui non entri all'attacco, ma a tentoni." "Qualcuno penserebbe che è villano e superficiale, ma essere fuori forma ... è davvero un crimine contro l'ordine estetico..., forse l'ultimo bastione di integrità in un mondo a culo.". 

Un romanzo che sembra scritto a quattro mani con Roberto RE: motivazionale. "I perdenti trovano scuse, i vincenti trovano soluzioni.". "non evitare il problema dagli contro.". Motivazionale per molti ma non proprio per tutti: "tutti dicono di voler far gli scrittori.. se si pubblicasse ogni romanzo concepito sullo sgabello di un bar non resterebbe nemmeno un albero sulla verde terra di Dio." Siamo figli delle reclam, sempre pronti ad indossare la maschera di moda, pur di non far vedere chi siamo veramente. "Mi sa che mi sto avvicinando a quel punto della vita in cui riconosci nel tuo comportamento i lati peggiori dei tuoi genitori." Roba da donne. Tutto deve fare notizia, i sorrisi, gli amori, le lacrime, le scopate. Non riusciamo più a vivere di noi con noi stessi. "Siamo uno stufato, una pentola che non smette di ribollire e cuocere.". Siamo dei fottuti guardani, ci piace la tragedia, ci piace sapere che qualcuno soffre più di noi, ci piace dare consigli quando non siamo noi coinvolti, ma non riusciamo a risolvere i nostri problemi. "Ma non c'è nessuna possibilità che le cose vadano bene se non vuoi bene a te stessa e non vivi il rapporto cercando l'altra persona per affermante la tua cazzo di esistenza!". La maggior parte di noi, vorrebbe separate il nostro gemello siamese, la parte buia, la parte coscienziosa, la parte debole, la parte romantica, la parte che ci fa piangere, che non ci fa vivere come ci piacerebbe essere, peccato che è come alla gente piacesse che fossimo. Vorremo tagliarci in due e separarci ma non ne siamo capaci e allora una "una doccia bollente... i getti d'acqua spazzare via gli strati di sudore e sporcizia... ". Pronti a rivevere, a sopravvivere, alla futilità di questo mondo che ci vuole tremendamenti perfetti e simili. 1 100 1000. "I numeri dicono sempre la verità.. la matematica viene da Dio." Welsh è sempre Welsh del lercio. Non ci sono scene d'amori, e la troika non è la troika tedesca. E le inquadrature non sono mai fatte nè sugli occhi, nè sulle labbra, nè sui corpi ma solo sugli umori. Secrezioni che fanno parte anche esse dell'Amore, quello con la A maiuscola, quello che ti fa gridare, perdere il fiato e amare. "ma per me non esiste una vita normale senza di lei." Finendo nell'inzio. "ma la cosa più maledettamente forte dell'avere un bambino è che sei talmente presa a pulire dove è passato lui che non ti resta il tempo per le altre merde che la vita getta sulla tua strada."

Ciò che inferno non è - Alessandro D'avenia

La mia non_recensione di questo libro poteva racchiudersi in un solo nome, per esagerare due: "Il mio nome è Federico." e poi con un altro nome "Gregor". E non vuole dire altro che rabbia e felicità: rabbia per essersi visto rubato l'anima e felicità di sapere di non essere il solo ad averla. Ma potrei mai soffermarmi su solo 2 nomi? Io che "I miei libri. Sottolineati, orecchiuti, sgualciti. Co...n i libri io ci lotto.". "Perchè sottolinei le frasi? Per ricordarmele.". E poi quando leggo "Un tavolo con Coca-cola e pane e nutella. Il resto puà anche essere di altre marche, ma quelle due cose devono essere così, pena la rivoluzione.", non posso proprio non scriverlo. "Io sono colui che sono" e "me l'aspettavo". Ma non mi aspettavo che elencasse quasi a deridermi e contraddirmi: "cinque le cose che rimpiangeremo:", per l'elenco compratevi il libro. 


Niente è più educativo di un buon libro, un buon libro ti "impara" le cose, perchè "A scuola ti insegnano le cose come devono essere, non come sono.". La strada è la vera maestra, la strada ti "impara" la vita, ti "impara" il "sacrificio:fare sacre le cose.","odiare è più facile e immediato." ma bisogna avere il coraggio di amare, anche quando non sei capace."Sapere compiere scelte e farsi carico dei propri errori. Non aver paura di rimanere soli perchè si è determinati. Il contrario di un uomo è un camaleonte, uno che si adatta, che si mimetizza, che non sceglie.". Mi fa quasi vergognare e riflettere confermandomi una domanda che mi sono sempre fatto, fin da piccolo e non ho mai saputo dare risposta, e nessuna mi ha saputo rispondere: " Come fa un bambino di una baraccopoli indiana a conoscere Dio? "Bastava nascere a Brancaccio anzichè a Notarbartolo" per non morire dentro? Poi si può pensare che ogni essere, ogni cosa fa parte di un progetto divino, e anche le tessere nere servono per completare il mosaico, "Noi siamo come tessere che, disposte una accanta all'altra, insieme realizzano la polifonia di Dio nel mondo.", ma nascere soprano pur volendo essere baritono. Sono cose che non mi convincono, e mi fanno rabbia, pur sapendo, pur avendo, non comprendo e a volte vorrei davvero capire il perchè. "Dio gli ha messso in petto il cuore, ma si è dimenticato la corazza.". Non è giusto, non lo trovo corretto, e puoi dirmi quello che vuoi, puoi dirmi che "Le cose investite di troppa luce proiettano altrettanta ombra, ogni luce ha il suo lutto, ogni porto il suo naufragio." ma rimane il fatto che io non posso decidere, e a volte viene dato un peso troppo alto ad una singola persona. C'è troppo inferno attorno a noi. "quando vedi certe cose, poi non puoi più ignorare." ma "siamo talmente rincretiniti che vediamo le cose senza più sentirle.". E quello che da più fastidio non il boato "Un tratto intero dell'autostrada...era esploso, scagliando nel nulla Giovanni Falcone e quelli che erano con lui." ma il continuo logorrante rumore di una fregolio di mani. Inferno è attorno a noi, e dentro di noi, nella nostra ombra. "In paradiso o all'inferno uno c'è o non c'è. No ci va. ... Sono dentro di noi..." . Nel silenzio che si forziamo di avere. "Togli l'amore e avrai inferno metti l'amore e avrai ciò che inferno non è.". Ma non l'amore romantico, l'amore poetico, l'amore che strugge l'anima, quello che te la rompe "l'anima fa male dappertutto quando si rompe." Ma l'amore quello per il prossimo perchè "Non c'è amore più grande di questo : dare la vita per i propri amici... con il proprio tempo."."- Ci insegnano tutto. Invece l'amore, che è la cosa più importante e la più difficile, nessuna ce lo insegna. Eppure se non lo impari resti un analfabeta della vita., "l'amore è una rivoluzione" .. o "è una rivelazione.". Sappiamo ancora amare gli altri? O tutta la merda che quotidianamente riceviamo dai media, dai social ci ha resi impermeabili al dolore, e solo bramosi divoratori di gossip? Riusciamo a passare dal dolore al divertimento, teniamo le finestre sempre aperte perchè vogliamo cogliere anche il più sottile grido di aiuto, ma poi non alziamo mai il culo. Ci rifugiamo nella retorica che da soli non si puà fare nulla, e che non siamo eroi, a meno che non possiamo postarlo, "Questa città degli eroi non sa che farsene, se non farli saltare in aria.". Siamo inermi perchè vogliamo esserlo, incuranti del fatto che "Se con la piccola luce che hai in mano provi ad illuminare l'intera valle scura ti viene ancora più paura. Illumina il prossimo passo e prova a compierlo. Una alla volta.". "Come sarebbe bella l'Italia se ciascuno realizzsse un suo piccolo sogno e lo offrisse agli altri". Ma "Lo stato è sempre un participio passato, mentre loro sono il presente e il futuro". "Sei tu la politica, le scelte che fai ogni giorno", "Ci si cambia una nazione con centomila ragazzi. Ma anche diecimila possono bastare per una rivoluzione. Ogni insegnante è il potenziale bellico più pericoloso di uno Stato.". Loro lo sanno, e per questo che li stanno detonando tutti. Svegliatevi! "Perchè tutto quel nascere ogni mattina?". Mi sono fatto trasportare troppo dalla rabbia, dimenticando che si parla anche di amore, quello bello, quello che fa vivere sempre al sole, "Non mi lasciare mai io sarò l'estate che non finisce mai.", L'amore di un uomo per una donna, anzi l'amore di un poeta per la sua donna, l'amore degli uomini e non dei maschi: "I maschi vogliono una parte di quella donna. Gli uomini vogliono quella donna.". Ma anche l'amore di un genitore per i propri figli. L'amore che riempie che ti svuota e ti riempie. "Chi semina datteri non mangia datteri." perchè "Un padre gioisce delle gioie dei figli." "un bambino non guardato è un bambino perduto.". E mi fa sorridere, sperare "Nessun organismo è in grado di conservare i ricordi come una coppia di fratelli che si vogliono bene.". Sorridere e continuare ad amare, perchè "I matti sono quelli che amano"." "Il mondo è bello perchè è avariato.", questa frase mi riporta al passato, ad un compagno di classe, ha sogni e speranze, vecchi pensieri dimenticati,""Ma ci sono pensieri che non pensiamo, sono loro che pensano noi."e allora "Vorrei leggere un milione di libri , visitare migliaia di città, imparare centinaia di lingue e cogliere l'assenza delle cose. La verità se ce n'è una.". Come diveva "Leopardi : l'arte concentra sotto i nostri occhi ciò che in natura è disperso."Per tutti quelli che non hanno provato lo spleen, andate a testa alta, e ricordate che "Inferno è quando la rosa si convince che non profuma.", "Meglio rimpianti che rimorsi.". PEr tutti gli altri: "Che ci Talii? .. Vai ai corvi.".F.V.

Villa Ventosa - Anne Fine

Sono stata ispirata alla lettura di questo romanzo di Anne Fine, autrice tra l'altro del romanzo Mrs. Doubtfire, da una serie di post sul blog di Pippo Russo - abile stroncatore di libri che in questo caso invece apprezzava - perché lo ammetto: non lo conoscevo. L'edizione di Adelphi è del 2000, anche se il romanzo risale al 1994. In qualche modo coinvolta dal tema della famiglia e del "luogo della famiglia" sono entrata abbastanza in fretta nella storia narrata, senza specificare un tempo ma solo un luogo, pur restando lontana dalle dinamiche narrate.

Villa Ventosa è la casa dei Collett, il luogo dove hanno vissuto a lungo e a cui tornano come drogati i quattro figli di Lilith, che invece resta imprigionata in un luogo che non l'ha mai resa felice. Il matrimonio di Barbara, figlia sovrappeso e non molto fortunata in amore, mette in moto una serie di eventi che faranno riemergere vecchi conflitti e le debolezze di ognuno. Barbara vorrebbe sposarsi lì, a casa sua. Lilith, che a ogni discussione corre ad accanirsi contro il giardino un tempo rigoglioso e ben curato, contrariata dal fatto di non aver conosciuto il fortunato in questione rifiuta di farla felice. Caspar, non più giovane compagno dell'unico figlio maschio di Lilith, stanco delle continue bizze della "suocera" studia un piano bizzarro per infastidirla e viene a scoprire più di quanto avesse immaginato. Lilith continua nella sua opera di distruzione, odiando il giardino quanto la vita che aveva condotto lì. Mentre Barbara vuole vivere il suo sogno nel modo più bello possibile, le sue sorelle sono convinte che anche questa volta tutto andrà a rotoli e non investono un penny per aiutarla. William è troppo preso da sé per rendersi conto che il mondo gira anche senza di lui, capriccioso e pieno di paure. Attraverso i brevi capitoli si conoscono motivi e retroscena che conducono le vite della famiglia e delle persone che ruotano loro attorno. Fino a un finale agrodolce, in parte consolatorio, di certo "giusto".

Protagoniste in assoluto, a mio parere, sono le voci di Lilith e di Caspar, non a caso gli unici adulti della storia. Adulti non tanto per l'età, ma per il peso che il loro amore ha portato sulle loro spalle nel tempo. L'amore che Lilith non ha mai provato per la sua condizione di madre e che le fa desiderare solo di "eliminare" il luogo che la rappresenta. L'amore che Caspar prova per William, molto più giovane di lui e terribilmente insicuro. Il ricatto cui ognuno di loro è sottoposto nella disastrosa dinamica dei rapporti di famiglia. Gli episodi si susseguono senza sosta, con episodi esilaranti che però lasciano il segno. Non sempre ciò che fa ridere è leggero. Abilissima nel raccontare le piccole crudeltà e i difettucci di ognuno, Anne Fine non ti fa amare i personaggi finché non ti rendi conto, dopo, che ti sono rimasti dentro.

sabato 14 marzo 2015

Quel sottile confine - Cristiana Pivari

Uscito nel 2014 per la collana "I brevissimi" di Lettere Animate, questo racconto di Cristiana Pivari parla di due ospiti dell'ospedale psichiatrico giudiziario: Michele e il Professore. Tredici pagine di e-book che, come spesso accade con questa autrice, ci conducono in un luogo per poi mostrarcene un altro. Penna attenta alle sfumature e ironica, Cristiana Pivari si occupa di meccanismi mentali spesso e volentieri. Di suo ho letto anche un racconto sulla violenza domestica, alcuni racconti de "In prima persona singolare" e sto attualmente leggendo il romanzo "Il numero 52", sempre in versione digitale.

Inizia con un dialogo strampalato che già lascia intuire la natura dei personaggi, questo racconto. Due uomini che parlano di una fantomatica bellissima ragazza e che si scoprirà essere la modella ritratta in un poster. Nel cuore del Professore, però, si smuove qualcosa. L'amore per Florinda, ballerina brasiliana un po' puttana nei ricordi dell'uomo, il motivo per cui si trova in quell'ospedale. Michele, l'altro protagonista, è un ex attore che continua a recitare una parte in cui è intrappolato. Ognuno degli ospiti ha alle spalle qualcosa di orrendo, in riabilitazione con l'idea fissa che siano gli altri a esser fuori di testa.
Il dialogo che provano e riprovano per l'attività teatrale che svolgono per terapia sarà la porta che condurrà Michele a una perdita d'identità e il Professore invece...







Non è facile dipingere un quadro che descriva il - sottile - confine tra una mente perduta e una lucidamente sfocata. Gli aspetti della realtà che sfuggono o che noi modifichiamo per "salvarci" dal nostro stesso giudizio prima che da quello degli altri. Difficile farlo raccontando più storie in una nello spazio di poche pagine. Quelle di Michele e del Professore innanzitutto, ma anche quelle degli altri ospiti del luogo, ognuno con i suoi traumi e con un confine differente. Perché in fondo quel confine è davvero sottile. Non solo tra follia e ragione, ma anche tra piani di realtà che ci andiamo raccontando di giorno in giorno...