lunedì 31 ottobre 2011

Lasciami entrare - John A Lindqvist


lasciami entrareUn anno fa avevo recensito il film tratto da questo romanzo di John A. Lindqvist, quello che allora era l'unico film. Recentemente è stata proiettata una nuova versione made in USA del libro, dal titolo Blood Story.
In ogni caso, colta da amore a prima vista per il film svedese, ho affrontato il romanzo. Pubblicato in Svezia nel 2004 e in versione tascabile per Marsilio nel 2011 in Italia. L'autore è originario della stessa zona di Stoccolma di cui narra e afferma che "tutto quello che ho scritto in questo romanzo è vero, anche se è successo in maniera diversa".

La storia è quella di Oskar, dodicenne nel 1981, figlio di separati che vive con la mamma nel sobborgo di Blackeberg (Stoccolma). Una zona costruita su misura per essere perfetta e che, invece, diventa teatro di una serie di eventi drammatici. A partire dal ritrovamento di un ragazzo ucciso e dissanguato in un parco.
Oskar, ragazzino sovrappeso e decisamente non inserito tra i coetanei, si divide tra l'essere vittima dei suoi compagni più forti e il suo hobby di compiere piccoli furti sognando la vendetta. Mentre il quartiere è spaventato dall'omicidio insolito, lui fa amicizia con una strana ragazzina. Trasandata, non proprio pulita, la piccola Eli ha qualcosa che non va, ma a Oskar va bene lo stesso. Separati dalla parete delle loro stanze comunicano con l'alfabeto morse e si incontrano in cortile ogni sera dopo il tramonto.
Una serie di personaggi di contorno, dal gruppo di anziani alcolisti alla mamma di Oskar - sola e non molto felice - dai bulli della scuola a quello che sembra il padre di Eli - innamorato e disperato - dal poliziotto che tenta di rifarsi una vita alla non più giovane Virginia, con la sua vita confusa. Un ambiente freddo, la neve e il ghiaccio che circondano queste persone e che in qualche modo le avvolgono. Singoli personaggi di una storia per certi versi corale. Soprattutto, però, Oskar e Eli. Il legame che nasce e si rafforza fino alla fine. Nonostante tutto l'orrore che li vede protagonisti. Due dodicenni molto diversi tra loro, ma pur sempre bambini.
In sostanza Lasciami entrare è un romanzo che parla dell'infanzia, dell'amore, dell'amiciza e di vampiri. Di mostri e di orrore, come di voglia di vivere.

Anche se le differenze tra il libro e il film svedese sono poche, la lettura è essenziale. Le parole dell'autore sono a tratti poetiche, a tratti essenziali. Sono crude e allo stesso tempo bellissime. Le pagine scorrono, i personaggi vengono sviluppati in modo coerente, la storia non ha pecche. Forse uno dei migliori libri letti negli ultimi anni, non solo perché tratta di vampiri e si sa... ma soprattutto perché è orribilmente dolce.
Credo che presto cercherò, dello stesso autore, "L'estate dei morti viventi". Immagino che meriti la lettura.

giovedì 27 ottobre 2011

A Gir's Guide to Vampires - Katie MacAlister

Ecco il primo romanzo di Katie MacAlister che apre il ciclo degli Oscuri, gli affascinanti vampiri moravi... Avendo trovato del tutto casualmente per primo il secondo libro della serie (recensito qui), ho fatto un po' di confusione nelle recensioni, ma nulla di grave dal momento che ogni storia è autoconclusiva.
La vicenda si concentra su Joy Randall, giovane alla ricerca di un amore romantico un po' d'altri tempi, che insieme all'amica Roxy fantastica sugli affascinanti e sensuali vampiri descritti nei romanzi di C.J. Dante.
Durante una sorta di seduta spiritica, Joy viene avvisata che il suo futuro innamorato sarà un uomo che rischierà di mettere in pericolo la sua anima immortale... cosa che lei liquiderà come una fantasia dovuta al troppo gin e ai troppi romanzi; ma quando si troverà nella Repubblica Ceca con l'amica (per partecipare all'annuale Fiera Goth con la speranza di incontrare il loro autore preferito), molte cose cominceranno a farla ripensare a quell'avvertimento...
Tra vampiri presunti, vampiri reali e sedicenti tali, la storia si dipana tra romanticismo e suspence, in un crescendo che, nonostante tutto, avvince la lettrice (anche in questo caso, non posso che vederlo adatto a un pubblico femminile).
Perfetto per una lettura spensierata e leggera, in questo caso le due protagoniste (a differenza di Allegra di Sex and the Single Vampire, dove peraltro le ritroviamo in un piccolo ruolo) a volte si rendono un po' insopportabili, con la loro mania per i vampiri, ma non tanto da precludere la godibilità della storia.
Anche in questo caso, non è purtroppo disponibile una versione italiana e pare che non ci sia alcun editore italiano interessato a tradurre la MacAlister!

domenica 16 ottobre 2011

Amici di letto

E' davvero tantissimo che non recensisco nulla... per trovare un post scritto da me sono dovuta risalire ad agosto, ma del 2010... ieri sera, però, sono andata al cinema e quindi eccomi qui!!!
Amici di letto (Istruzioni per l'uso) è una commedia deliziosa. Non arrivo a dire che sia l'Harry ti presento Sally del 2000, nessun film arriverà mai a tanta genialità, ma è sicuramente sullo stesso filone.
Jamie (Mila Kunis) è una cacciatrice di teste che recluta Dylan (Justin Timberlake) come nuovo art-director del mensile GQ, convincendolo a trasferirsi da Los Angeles a New York.
Entrambi single, entrambi non poco incasinati sul fronte emotivo seppur per ragioni differenti, diventano amici, fino a partorire la folle idea di poter fare sesso tra loro senza complicazioni.
Lo fanno, poi ci ripensano dicendosi che è stata una follia, ma subito ricascano uno nelle braccia dell'altra, in un crescendo di intimità e confidenza che non è più quella di due semplici "amici di letto", ma che entrambi sembrano non vedere.
Ma alla fine, subito prima di rischiare un coinvolgimento vero, decidono di smettere e ricominciare a vedere altre persone. Questo fino ad un weekend del 4 luglio in cui lui la invita a casa dai suoi, in qualità sua migliore amica... 
Il film è davvero divertente. La scena in cui lei lo fa giurare che non ci sarà mai alcun coinvolgimento sentimentale sull'I-pad in cui ha l'app della bibbia, o la prima volta che fanno sesso, sono da cappottarsi dalle poltrone. A tratti è anche commovente e Timberlake, nelle scene in cui Dylan non sa come comportarsi con un padre affetto da Alzeimer, è davvero convincente.
Gli attori sono perfettamente in parte, sia Timberlake sia la Kunis con i suoi meravigliosi occhi espressivi, ed anche i comprimari (Jenna Elfman, la Dharma di Dharma & Greg, che interpreta la sorella stanca ma positiva che si occupa del padre malato di Alzeimer; Woody Harrelson nel ruolo del redattore sportivo di GQ fantasticamente gay; Patricia Clarkson madre svalvolata, difficile da gestire ma a suo modo saggia di Jamie  e Richard Jenkins padre malato che sta scivolando lentamente nell’oblio) danno un contributo notevole alla riuscita di un film forse leggero -anche se meno di quanto possa sembrare sulle prime- ma davvero riuscito.
Però, ragazze, ricordate sempre che questo è SOLO UN FILM. La vita reale è differente e scivolare tra le braccia del vostro migliore amico non è mai una scelta saggia, che sia per una colossale sbronza o perché deciso a tavolino. Molto difficilmente, quando voi sparirete perché ormai sarete innamorate fino al midollo, mentre lui sarà incapace di lasciarsi andare, improvvisamente si accorgerà di amarvi e per riconquistarvi organizzerà un flash mob alla Grand Central Station (o correrà da voi la notte di capodanno come Harry). Molto più probabilmente perderete l'uomo che amate ed il vostro migliore amico tutto in una volta sola...

Autore del post: Fata

The Blues Brothers

Titolo originale  The Blues Brothers
Paese   USA
Anno  1980
Durata  133 min (versione estesa 148 min)
Genere  commedia d'azione, musical
Regia  John Landis
Soggetto John Landis, Dan Aykroyd
Sceneggiatura  John Landis, Dan Aykroyd
Fotografia Stephen M. Katz
Montaggio George Folsey Jr.
Musiche  AA. VV.
Scenografia Hal Gausman, Leslie McCarthy-Frankenheimer


Non posso che iniziare dal fare l'elenco degli interpreti, già proprio perché la dice lunga sul tipo di film e di quanto sia inimitabile.

Interpreti e personaggi: John Belushi: Jake "Joliet" Blues, Dan Aykroyd: Elwood Blues, James Brown: reverendo Cleophus James, Cab Calloway: Curtis, Ray Charles: Ray, proprietario del negozio di strumenti, Aretha Franklin: moglie di Matt Murphy, Matt Murphy: Matt "Guitar" Murphy, Steve Cropper: Steve "The Colonel" Cropper, Donald Dunn: Donald "Duck" Dunn, Murphy Dunne: Murph, Willie Hall: Willie "Too Big" Hall, Tom Malone: Tom "Bones" Malone, Lou Marini: Lou "Blue" Marini, Alan Rubin: Mr. Fabulous, Carrie Fisher: donna misteriosa, ex-fidanzata di Jake lasciata all'altare, Henry Gibson: capo dei nazisti dell'Illinois, Eugene J. Anthony: Gruppenführer, John Candy: comandante di polizia Burton Mercer, Kathleen Freeman: sorella Mary Stigmata, "La Pinguina", Steve Lawrence: Maury Sline, agente teatrale, Twiggy: ragazza chic, Jeff Morris: Bob, Charles Napier: Tucker McElroy, John Lee Hooker: Slim, cantante di strada, Frank Oz: ufficiale del carcere, John Landis: Trooper La Fong, Steven Spielberg: Impiegato dell'ufficio delle tasse, Joe Walsh: Uno dei carcerati nella scena finale.

Per salvare un orfanotrofio i due fratelli Blues, trovano la via dell'illuminazione e cercano, onestamente, di raccogliere i soldi per pagare il debito, trovando la via riunendo la vecchia banda richiamando i vari componenti non con poche difficoltà. Se i soldi devono essere guadagnato onestamente, la via per ottenerli non è per nulla, portando i due fratelli capobanda a farne di tutti colori con la loro bluesmobile (un auto della polizia comprata all'incanto). Ed è così che a suon di canzoni di eccellenza si svolge la trama di questo film che riunisce i nomi sopra elencati facendone un film epocale, uno dei migliori musical misti a commedia che personalmente abbia mai visto in cui tutto è una colonna sonora, lasciando solo alcune scene alla narrazione; memorabile la scena dell'inseguimento per il numero di auto e di persone coinvolte nella cattura dei due fratelli Blues, che nonostante tutto riescono a salvare l'orfanotrofio, pur andando in galera. Non c'è una canzone più bella, lo sono tutte, tutte trascinanti, coinvolgenti e esaltanti. Un film inno della buona musica, ed ogni speciale interprete è messo al posto giusto, chi nella chiesa, chi per strada, chi in u negozio di strumenti seppure cieco che spara ad un neo ladruncolo (geniale passaggio questo). Ma il momento per me più appagante è sempre la grande Aretha che fa salire l'adrenalina a mille.
Se siete giù di morale guardalo certamente non vi farà male, anzi!

giovedì 13 ottobre 2011

Le ossa del ragno - Kathy Reichs


ossaragnoUn altro romanzo praticamente inutile della Reichs, pubblicato nel 2010. Avevo già recensito "206 ossa" tempo fa e non era stato un granché. A parte che a fantasia coi titoli può fare a gara con la serie di Sookie Stackhouse della Harris (True Blood per i non leggenti), questo romanzo ha la particolarità di risultare soporifero in ogni suo capitolo, ritrovamento di cadavere compreso. Non contenta delle 206 ossa di cui sopra ho preso anche quelle del ragno e vi racconto l'esperienza.

La famigerata Temperance Brennan (per i non leggenti é quella del telefilm Bones, che in telefilm è più matta e meno noiosa) viene chiamata per il bizzarro ritrovamento del giorno: un uomo avvolto in un telo di plastica, con biancheria intima femminile e in più rosa (che mi fa rabbrividire più del resto), con un masso legato a una caviglia, trovato in un laghetto da un pescatore. A parte la causa di morte evidente e il rituale di preparazione seguito, il dubbio sull'identità dell'uomo porta l'antropologa forense e il suo collega poliziotto Andrew Ryan (con cui ha avuto una relazione) dal Québec al North Carolina, dove l'uomo risulta morto e sepolto. Chi è l'uomo sepolto al posto di John Charles Lowery fin dal lontano 1968?
Questo interrogativo e le seguenti ricerche portano in seguito alle Hawaii, dove Temperance si reca in compagnia della figlia e dove ha sede l'ente responsabile dell'identificazione delle vittime di guerra americane di ogni conflitto dal 1918 in poi. In questo posto, dove vengono portati tutti i soldati defunti per il riconoscimento e la successiva consegna ai cari, tenterà di trovare le risposte.
Inoltre, nel tempo libero, Temperance Brennan trova il tempo per invitare il collega Ryan con figlia e indagare su alcuni resti divorati dagli squali ritrovati dalla polizia locale. Intrighi, scambi, qualche problema personale e tanti, troppi quesiti che sorgono ogni minuto.

Come tanti e troppi sono i dettagli tecnici che la Reichs come al solito infila nei romanzi. Che aggiungono peso, tolgono scorrevolezza e confondono le idee. Se aggiungiamo che un certo particolare sembrava chiaro già dall'inizio e a Temperance viene in mente nelle ultime 50 pagine...
Insomma, quel tantino di prevedibilità, quella farcitura di dettagli (interessanti, per carità, ma pesanti) e quel dover sempre sembrare normale di un personaggio che di normale ha ben poco.
Credo sia un romanzo da leggere in spiaggia o in montagna, con poche aspettative. Niente di più. Se vi avanzano dei soldi spendeteli meglio...

mercoledì 5 ottobre 2011

Giuro che non mi sposo - Elizabeth Gilbert

“... e vissero felici, divorziati e contenti”.
Doveva finire così l’irripetibile favola di Elizabeth Gilbert e del suo Felipe. Alla fine di Mangia prega ama li avevamo lasciati sulla spiaggia di Bali, innamoratissimi e decisi a non sposarsi mai più. Un primo matrimonio rovinosamente fallito per ciascuno era più che sufficiente: d’ora in avanti avrebbero celebrato l’amore a modo loro, senza bisogno di riti ufficiali, senza vincoli e senza il rischio di future complicazioni legali. Insieme, avrebbero vissuto ciascuno la sua vita; avrebbero continuato a viaggiare e lavorare come prima, con Philadelphia come base e il passaporto sempre in tasca. Ma i solerti agenti del Dipartimento per l’immigrazione e la sicurezza dell’aeroporto di Dallas avevano in mente un finale diverso. Per loro, il brasiliano Felipe, con i suoi frequenti andirivieni tra l’America e il resto del mondo, era solo un altro ospite indesiderato, sospettato di risiedere clandestinamente nel Paese e come tale punibile con l’espulsione. Solo le nozze con la sua americanissima e recalcitrante fidanzata avrebbero potuto consentirgli di rimettere piede legalmente negli Stati Uniti. Con la sincerità e l’ironia che hanno fatto di "Mangia prega ama" un bestseller da 10 milioni di copie, Elizabeth Gilbert riprende il racconto da dove l’aveva lasciato per affrontare il tema controverso e affascinante del grande “sì” in tutte le sue sfumature e implicazioni. E così facendo torna a mettere in scena le inquietudini, le paure, gli slanci e i desideri nascosti suoi e di tutte le donne, regalandoci un nuovo libro pieno di incontri, di storie e di piccole, formidabili rivelazioni.
Questa è la descrizione di Rizzoli.
Sulla scia di Mangia, prega, ama (recensito qui) l’ho letto con entusiasmo ma… è stata una fatica, lo ammetto! Il testo è interessante, molto, ma non riuscirei a definirlo un romanzo, perché è la storia che manca.
Mentre il libro precedente lascia la ricerca di cambiamento e spirituale della Gilbert tra le righe di una storia che man mano si dipana, questo è piuttosto un trattato sociologico sul matrimonio. Che, ripeto, è davvero molto interessante, fornisce informazioni che possono risultare nuove e grandi spunti di riflessione, ma risulta senz’altro pesante, soprattutto se si è abituati a leggere prima di dormire e ci si aspetta, per l’appunto, un romanzo!

domenica 2 ottobre 2011

Qualcosa per me - Kim wright


qualcosa per meLettura insolita per una come me che senza un cadavere ogni 10 pagine non si diverte. Però mi ci voleva. Un romanzo del 2010 di Kim Wright, giornalista americana al suo esordio letterario. Il romanzo, sebbene tratti anche di una storia d'amore, non è un rosa e non è nemmeno di quelle storie melense che si leggono qua e là.

Elyse ha quasi quarant'anni e una vita piena. Un marito, una figlia, un hobby che sta diventando sempre più un lavoro e che le piace molto. Una casa e un gruppo di amiche con cui si vede quotidianamente. Vive la sua vita in modo apparentemente felice. Ma, tornando da una mostra di ceramiche in aereo incontra casualmente Gerry e tra i due nasce subito qualcosa. Parlando con lui Elyse si scopre a dire cose che non aveva mai lasciato trapelare su di se e sulla sua vita. Si rende conto del pericolo che corre, ma resiste per poco. E' autunno e lei torna alla vita di sempre tranne che per delle telefonate  sempre più frequenti a Gerry, che vive in un'altra città con moglie e figli. Quello che accade dopo è prevedibile, al primo incontro ne seguono altri a cadenza mensile, mentre a casa la vita di Elyse rotola giù per una collina. L'incapacità del marito di cogliere segnali, di ascoltarla, di prenderla sul serio, la mettono sempre più in un angolo. Angolo in cui Elyse sta stretta e, nonostante la vicinanza delle amiche, il suo inverno la porta a decidere per la separazione. Con tutte le conseguenze del caso, senza vergogna e senza dare la colpa a qualcuno. Quando lo dice, nemmeno Gerry le crede. Le donne non se ne vanno. Invece un giorno, dopo un evento traumatico in cui comunque lei si trova sola nel suo dolore, decide e se ne va. Punto. Con una reazione inaspettata di tutti, con la confusione di amiche e marito. Prende un appartamento e via. Non con Gerry, non con qualcun altro. Sola, con le sue nuove sicurezze, in primavera.

La storia sembrerebbe piena di luoghi comuni, ma non lo è. Scritta con ironia, con un senso critico tutto femminile riguardo ai rapporti tra i due sessi, con la delicatezza e la sfrontatezza di una donna adulta che si apre e racconta quello che sente anche quando è scomodo. Con le amiche, con quelle più importanti e quelle che la capiscono un po' meno, ma sono amiche comunque. Ognuna col suo matrimonio complicato da tenere in pedi, ognuna che si fa forza del matrimonio altrui, sempre più brutto del proprio. Ognuna che spera nella riuscita delle altre per avere una speranza per se. Qualcosa per me è un libro che mi ha sorpresa. Senza sconvolgermi, ma con una piacevole ironia che rende la storia leggera anche nei momenti in cui non lo è.