domenica 28 settembre 2008

Bambino 44 - Tom Rob Smith


Bambino44Un libro ambientato nella Russia di Stalin, con prologo nel 1933, in un villaggio preso dalla morsa della fame.
L'agente speciale Demidov, eroe di guerra, viene mandato a calmare gli animi di una famiglia di colleghi cui è recentemente morto un figlio in strane circostanze. I dossier ufficiali parlano di un incidente, il bambino giocava lungo i binari, ma i parenti e alcuni vicini sembrano convinti del contrario. In un paese in cui lo Stato è così forte non è possibile che esistano crimini efferati, quindi la famiglia viene zittita, ma all'agente Demidov si insinua un tarlo che lo porterà ad indagare più a fondo nel momento in cui, in circostanze a lui molto sfavorevoli, si ritroverà davanti all'omicidio di altri bambini o ragazzini sparsi per il paese. Il modus operandi è sempre lo stesso, uccisi e torturati in modo strano, tutti i bambini hanno subito la stessa sorte senza che un comando di polizia avvertisse il comando centrale.
Un libro interessante, l'esordio di Tom Rob Smith, ragazzo inglese che fino a poco prima riempiva i distributori automatici per lavoro. Il film tratto dal romanzo sarà diretto da Ridley Scott. Non lascia tregua, non dà speranza, un thriller ben studiato con lo sfondo di un paese complicato in cui per il minimo sospetto si poteva essere arrestati, uccisi, confinati, privati di ogni diritto e della dignità.

sabato 27 settembre 2008

Come si distrugge la reputazione del migliore agente segreto del mondo

Le magnifiqueUna commedia del 1973, con Jean Paul Belmondo (l'unico francese che amo) e Jacqueline Bisset. La regia è di Philippe De Broca, e il titolo originale francese è Le Magnifique.
Parliamo di una commedia classica. Lo scrittore Francois Merlin è noto per aver creato il personaggio dell'agente segreto Bob Saint Clar, ma la sua vita non va per il verso giusto. Inoltre è in crisi col suo personaggio, di cui ha già scritto ben 42 romanzi rendendolo quasi invulnerabile. Abituato a mischiare gli avvenimenti della vita reale con le fantastiche avventure dell'agente Saint Clar, comincia a vendicarsi dei torti subiti scrivendo una nuova storia in cui al povero agente succede di tutto. Un po' come all'autore.
Trattandosi di una parodia dei film di 007, il film ha dei momenti esilaranti e del tutto improbabili (che poi anche 007 non è che sia realistico). Soprattutto, ed è questo che mi ha fatto amare questo flim follemente, ha il maggior numero di morti che io abbia mai contato in un film. Beh, escludendo forse i film di guerra, ma lì non si possono contare. Niente di truculento o spaventoso, ovvio, visto il genere e l'epoca di produzione. Jean Paul Belmondo è grandioso, adatto ad interpretare entrambi i personaggi, triste e frustrato quando fa Francois e impettito e sicuro di se quando interpreta Saint Clar.
Inutile dire che, essendo un film che piace a me, non ha alcun contenuto socioculturale...

giovedì 25 settembre 2008

Le onde del destino


ondeSe sapessi dirvi cosa è stato per me le "Onde del destino" (di Lars Von Trier)  forse vorrebbe dire che sarei arrivata a capire davvero tutto ciò che mi sta tra la testa e il cuore.

La prima volta che l'ho visto, sono dovuta uscire dalla sala perchè non contenevo il pianto.

Ora, vi confesso, io ho 5 o 6 films sui quali ho versato lacrime come un vitello...e quando dico lacrime dico situazioni in cui la gente smetteva di vedere il film per assistere ad uno spettacolo migliore (di me che non riesco a frenare un vajont e tutti i fazzoletti che tiro fuori non bastano a soffiare via il cimurro e il tentativo di soffocare i singulti è quasi un suicidio per asfissia. Per non parlare dell'imbarazzo quando si accendono le luci...).

Posso quindi solo dirvi che dell'amore io sento questo. Che è questo.

Ovvero che non c'è film migliore che descriva in immagini cosa è l'amore.Se sapessi dirvi cosa è stato per me le "Onde del destino" (di Lars Von Trier)  forse vorrebbe dire che sarei arrivata a capire davvero tutto ciò che mi sta tra la testa e il cuore.

La prima volta che l'ho visto, sono dovuta uscire dalla sala perchè non contenevo il pianto.

Ora, vi confesso, io ho 5 o 6 films sui quali ho versato lacrime come un vitello...e quando dico lacrime dico situazioni in cui la gente smetteva di vedere il film per assistere ad uno spettacolo migliore (di me che non riesco a frenare un vajont e tutti i fazzoletti che tiro fuori non bastano a soffiare via il cimurro e il tentativo di soffocare i singulti è quasi un suicidio per asfissia. Per non parlare dell'imbarazzo quando si accendono le luci...).

Posso quindi solo dirvi che dell'amore io sento questo. Che è questo.

Ovvero che non c'è film migliore che descriva in immagini cosa è l'amore.

Un giorno di ordinaria follia

Ecco, parliamoci chiaro.



E possibilmente senza passare per una maniaca violenta...



Ma a chi non è venuto in mente di fare come lui una volta (almeno) nella vita?



Non sparereste anche voi al tipo del negozio di armi? o in aria per avere una (fottuta) colazione alle 11.32 quando smettono di servirle alle 11.30 e i pacchettini sono ancora tutti lì  dietro il bancone?



Esssù!!!

Autore del post: Gmai

martedì 23 settembre 2008

Vangelo secondo Maria - Barbara Alberti


VangeloBarbara Alberti non ha bisogno di grandi presentazioni, almeno quando si tratta di opinioni forti, di cose non mandate a dire, di risposte anche un po' sgarbate ma sempre intelligenti. Insomma, come opinionista, come persona a cui rivolgersi con la propria posta del cuore, la Alberti è più che conosciuta. Può darsi che non si ritenga fondamentale leggere i suoi libri, ma io ho deciso di farlo.
Non avendo trovato altro in libreria, ho acquistato il Vangelo secondo Maria, per niente attratta dal titolo (che dopo le medie dalle suore con certe cose ho chiuso). E mi ha folgorata. La Alberti si inventa una Maria giovane, ribelle, sognatrice, sempre pronta all'avventura, interessata ad ogni aspetto della vita in un tempo e in un luogo che poco hanno da offrire ad una femmina. Questa Maria non è la donna saggia e tranquilla che immaginiamo. Con l'aumentare della sua consapevolezza, anzi, si fa sempre più artefice del suo destino piuttosto che mezzo per compiere il volere divino. Si interroga sulla morale, sul destino, sulla libertà.
Lo stile è sintetico, allo stesso tempo pura poesia, con citazioni continue delle Scritture, con tutte le contraddizioni di una adolescente che guarda il mondo con occhi diversi. Moderni. La lettura è veloce, non si inceppa intorno a giri di parole inutili. Forte nel riportare immagini di un mondo interiore ed esteriore fatto su misura per Maria, la sposa di un Giuseppe artigiano e viaggiatore diverso anch'egli dai suoi simili.
Imprevedibile, bello. Riedizione del 2007.

venerdì 19 settembre 2008

Come eravamo

L'altro giorno mettevo in ordine videocassette e dvd sperando che cambiare l'ordine degli addendi creasse magicamente più spazio e ce ne stessero di più... in effetti mi è riuscito, ma non ho capito bene come... forse mi dovrei preoccupare! In ogni caso, riordinando mi è passata tra le mani la cassetta di questo film meraviglioso, che trovo una vera pietra miliare del cinema, e non potevo non farci un post!!!
   Titolo originale:  The Way We Were
   Nazione:  Usa
   Anno:  1973
   Genere:  Drammatico
   Durata:  118'
   Regia:  Sidney Pollack
   Premi:   Oscar come migliore colonna son ora e migliore canzone

   Cast:  Robert RedfordBarbra Streisand, Bradford Dillman, Lois Chiles, Patrick O'Neal, Viveca Lindfors, Allyn Ann McLerie, Murray Hamilton

  

Wikipedia
Come eravamo è un film del 1973 diretto da Sidney Pollack e interpretato da Robert Redford e Barbra Streisand. Si può collocare nel genere delle storie d'amore ambientate su uno sfondo di grandi avvenimenti storici come anche La mia Africa e Havana, firmati dalla stessa coppia attore-regista (Redford-Pollack).
Ottiene l'Oscar per la miglior colonna sonora e la miglior canzone (The Way We Were di Marvin Hamlisch). Al botteghino è un grande successo e contribuisce (con La stangata, sempre del 1973) all'affermazione definitiva di Robert Redford come divo del firmamento hollywoodiano.
Trama:
Dalla seconda metà degli anni trenta al Maccartismo, fino ai primi anni sessanta, il film narra la tormentata storia d'amore tra Hubbell Gardiner (Robert Redford), giovane e bellissimo esponente della upper class bianca e protestante statunitense (WASP), e Katy Morosky (Barbra Streisand), ragazza ebrea, appartenente alla Lega dei Giovani Comunisti; conservatore e disimpegnato il primo, progressista e sempre in prima linea la seconda. La trama è articolata sugli alti e bassi della relazione tra i due, che hanno come sfondo una serie di fatti storici fondamentali per gli USA, e per il mondo, nel ventesimo secolo.
La Fata
Su uno spaccato di storia americana che affronta alcune delle sue pagine più buie come quella del maccartismo, una storia d'amore assolutamente indimenticabile e profonda che però non riesce a sopravvivere ai caratteri inconciliabili di Hubble e Katie, soprattutto a quello di Katie.
E' la tragedia senza possibilità di lieto fine di un amore immenso che non è sufficiente ai due per rimanere insieme, perché lei non riesce ad essere talvolta più conciliante e scendere a compromessi neanche un minimo con i propri ideali e le proprie convinzioni, mentre lui lo fa con eccessiva disinvoltura, almeno agli occhi di lei. E' un amore impossibile benché condiviso, descritto magistralmente da Sydney Pollack e da due attori incredibili, Barbra Streisand spesso decisamente sopra le righe e Robert Redford talvolta sottotono, che funziona in buona parte anche per l'alchimia che si crea naturalmente tra i protagonisti.
Redford è bello da togliere il fiato, come non è mai stato prima e non arriverà più ad essere in seguito, e anche la Streisand è perfetta, con i suoi cambiamenti di stile che seguono -o talvolta anticipano- l'evolversi della storia.

Autore del post: Fata

giovedì 18 settembre 2008

Priscilla - La regina del deserto

Dopo il trauma, un po' di relax.
Un film coloratissimo, divertente e premiato con un Oscar per i costumi.
Australiano, del 1994, racconta del viaggio di tre Drag Queen attraverso il paese, a bordo di un bus di nome Priscilla. I tre, due gay e un transessuale, incontrano per strada diverse difficoltà, sia caratteriali sia di inserimento in una società che forse non è ancora pronta ad accoglierli. Un film on the road, scritto e diretto da Stephan Elliott, con un bravissimo Terence Stamp (Pianeta Rosso, Mr. e Mrs. Smith, Young Guns) e due promesse: Guy Pearce (L.A. Confidential, Memento, La macchina del tempo) e Hugo Weaving (Matrix, Il signore degli Anelli, V per vendetta). La colonna sonora va dagli Abba a Verdi, con momenti di spettacolo, di commedia e di fotografia che lasciano un buon ricordo in testa.
Mi sa che non ci sono cadaveri, ma è un film molto bello ugualmente. Sarà che l'Australia mi affascina parecchio e che gli Abba mi mettono di buonumore, sarà che Guy Pearce è strepitoso anche en travesti, sarà che mi piace sognare... Sarà che dopo aver visto un film di Ozpetek un po' bisogna riprendersi!

Un giorno perfetto

un giorno perfettoA leggere il titolo si pensa positivo. In realtà il giorno perfetto di una coppia presa in una morsa di ordinaria follia come ormai se ne consumano spesso, è il giorno in cui si decidono le sorti dei protagonisti. "Nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi" recita la formula cattolica del matrimonio. Ognuno di noi ci crede profondamente all'atto del solenne pronunciamento.
Ma più che la morte, altro separa.
Ci separa la vita.
Ci separa la depressione, il lavoro, la famiglia, gli interessi, i soldi e ancora la piccolezza alle volte del nostro io, svuotato di ciò di cui potrebbe essere capace.
Ci separa tutto ciò che compone questa società non modello. Ci separa la forza che viene meno. Quella forza che ognuno di noi dovrebbe poter avere e alimentare ogni giorno e che invece viene minata da una quotidianeità che non ci appartiene, che evidentemente ci logora anzichè sostentarci.
Il film traccia in modo circolare le separazioni in un modo più implacabile che analitico (è pur sempre Ozpeteck mica Bergmann!). E questo incalzare sicuramente colpisce e affonda nell'animo di chi guarda. Non sono date vie di fuga, nè è offerta una "redenzione", solo piccoli spiragli che chissà se possiamo percorrere.
E su questo non sono d'accordo.
La via di fuga è la pienezza. La pienezza che le cose racchiudono, una loro intatta perfezione che si può disvelare solo a guardare il mondo con occhi nuovi.
Ecco. Secondo me noi non abbiamo quasi più occhi nuovi.
E'  forse per questo che la tragedia sembra avvolgere i destini dell'umanità?
O è solo il kebab di ieri, trangugiato alla velocità di Mach 2, che ha sortito i suoi sordidi effetti? 


Autore del post: Gmai

domenica 14 settembre 2008

Supernatural

Giusto per portare un tocco paolesco al blog, voglio parlare di un telefilm dei giorni nostri, ovviamente de paura...
SupernaturalI due fratelli Dean e Sam Winchester hanno perso la madre in tenera età a causa di un demone. Da quel giorno sono stati educati dal padre a cacciare demoni e manifestazioni soprannaturali di vario tipo, dai fantasmi agli zombie, dai vampiri ai mutaforma. Quando improvvisamente il padre scompare, Dean, che lo ha seguito nella caccia per tutta la vita, rientra nella vita di Sam, che invece aveva lasciato tutto per seguire l'università. Nel cammino alla ricerca del genitore scomparso incontrano altri cacciatori, varie creature, il demone di cui vogliono vendicarsi.  E ingaggiano una lotta senza esclusione di colpi, con perdite e dolori, con vittorie e un rinnovato spirito fraterno. I due vivono al limite della legalità, girano su una Impala nera, falsificano documenti e si mettono spesso nei guai. Ma sono efficaci.
La serie è ideata da Eric Kripke, diciamo un professionista del genere. Candidata a diversi Emmy awards e altri premi per la tv americana. I protagonisti sono giovani attori di serie tv, Jensen Ackles (Smallville, Dark Angel, Dawson's Creek, Still life) e Jared Padalecki (Una mamma per amica, ER) sono i due fratelli, mentre il papà è Jeffrey Dean Morgan (Grey's Anatomy, JAG, C.S.I., Enterprise). La colonna sonora è piena di vecchio e buon rock (AC/DC, Credence Clearwater Revival, Kansas, Blue Oyster Cult), il telefilm divertente e spesso efficace nello spaventare anche senza effetti speciali impegnativi. In Italia c'è dal 2007, sono andate in onda le prime 2 serie, mentre in USA è da poco finita la terza. Magari non tutti apprezzano le tematiche trattate, ma gli episodi sono ben fatti e recitati. Loro certo ci si sono pure divertiti un mondo...

venerdì 12 settembre 2008

Friends

Friends è una sit-com statunitense creata da Marta Kauffman, David Crane e Kevin Bright (Bright-Kauffman-Crane Productions) e prodotta dalla Warner Bros. È stata trasmessa per la prima volta dal network radiotelevisivo statunitense NBC ed è composta da dieci stagioni: il primo episodio è andato in onda il 22 settembre 1994, l'ultimo il 6 maggio 2004.

La serie televisiva, che narra la vita di sei amici che vivono a New York nel quartiere noto come Greenwich Village, è andata in onda per 10 stagioni.
Ogni stagione è composta, in media, da 24 episodi di circa 22 minuti, per un totale di 236 episodi.

Una delle caratteristiche della serie (e ormai di tutte le sit-com americane) è che in molte occasioni il pubblico ha assistito alla proiezione dello show dal vivo, e le sue reazioni (le risate, gli applausi, ecc.) sono state registrate e inserite poi nel montaggio definitivo prima della messa in onda. Nel doppiaggio italiano, invece, le risate sono state preregistrate e gli applausi sono stati cancellati (come si può desumere da una visione comparativa dell'audio originale inglese e di quello italiano grazie all'edizione in DVD della serie). In molte occasioni, infatti, il pubblico in sala ha reagito con grande entusiasmo, e persino urla ed incitamenti aperti, a quanto avveniva sullo stage: ad esempio quando hanno fatto la loro comparsa in qualità di guest star attori del calibro di Bruce Willis, Brad Pitt, Robin Williams, Billy Crystal, Winona Ryder, Jean-Claude Van Damme, Julia Roberts e Ben Stiller .


(Fonte: WIkipedia)


Alcune note sulla serie TV: vincitrice di diversi premi tra cui "Emmy Awards", "People's Choice", "Golden Globe" e "American Comedy", la serie fece il suo debutto nel 1994 negli Stati Uniti, dove l'ultima puntata e'stata mandata in onda, con un risultato d'ascolti veramente "record" il 6 Maggio 2004. I "Friends" sono: Matthew Perry(Chandler), Matt Le Blanc (Joey - protagonista anche dell'omonima serie tv, disponibile da Novembre 2006 su dvd Warner Home Video), Courtney Cox-Arquett(Monica), Lisa Kudrow(Phoebe), Jennifer Aniston (Rachel) e David Schwimmer (Ross).

(Fonte: Warner Home Video)


La Romins:

Possiedo il cofanetto Friends Superbox di 11 cofanetti per un totale di 44 DVD. Chissà quando mai avrò il tempo di rivederli tutti... In TV ci ho provato e ce l'ho quasi fatta, anche se Rai 3 e Rai 2 hanno a lungo boicottato questa serie, mandandola in onda ad orari improbabili e mai definitivi tra le 18 e mezzanotte. Quando anche ti dicevano un canale preciso e un orario preciso, tipo Rai 2 alle 23 e tu programmavi il videoregistratore dalle 21 a l'una, se tutto andava bene partiva la sigla su Rai 3 alle 00.40, poi seguivano 5 minuti di pubblicità, poi un pezzetto di Friends, poi finiva la cassetta e ciao.
Comunque è un telefilm adorabile e spensierato, ricco di citazioni e pieno di spunti e tormentoni.
Io personalmente mi identifico nella personalità di Monica, precisa e pignola. Soprattutto nella puntata in cui sistema il piumone ortogonale alla porta di ingresso della camera da letto e quella in cui va in crisi perchè non vengono usati i sottobicchieri e viene lasciato il segno di un bicchiere su un mobiletto.
Se conoscete il telefilm e il personaggio mi avete capita.
Phoebe è simpaticissima, anche lei è un gran bel personaggio, ma anche gli altri sono ben delineati. Alcune trovate della sceneggiatura sono un po' delle tavanate galattiche, ma il film va preso per la sua ironia, anche se a volte ti lascia con quel pizzico di malinconia che non guasta.
Estremamente consigliato nei momenti depression.
Si ricorda, per dovere di cronaca, che Brad Pitt, vedendo un episodio della serie, vide Jennifer Aniston e chiese di farsela presentare, e poi romanticamente si sposarono... ma le storie non sono mai a lieto fine...

Autore del post: Romins

martedì 9 settembre 2008

Batman - il telefilm

Cosa dire ? chi è che non è cresciuto cantando la sua canzoncina, e ditemi il ragazzo che non faceva a botte citando i "suoni" di batman? BANG !!! CRASH !! STONG !!! IO avrei sempre voluto una BATcaverna con un BATauto forse per quello che poi mi sono accontentato delle BATtone, ma questa serie televisa è quella che ricorderò con più simpatia, perchè già da piccola capivo che era una cavolata, ogni puntata si concludeva con batman e robin prigionieri pronti alla morte , ma alla fine ...
e cavolo ricordate il bellissimo telefono rosso solo per chiamare batman?
che figata ! chi è che ha collegato i fili fino alla batcaverna? Questi si che erano degli eroi , cosa ? erano gay ! ma non è assolutamente vero, è solo che avevo le mutande sopra il vestito... bellissimo , da prendere in cofanetto ...

Autore del post: Hank

domenica 7 settembre 2008

X Files - Voglio crederci

Sottotitolo: ma anche no...
X Files - voglio crederciSì, perchè questo ritorno dei miei due agenti FBI preferiti non è stato assolutamente all'altezza delle aspettative. Sebbene sia la sceneggiatura che la regia siano del papà storico di X Files, Chris Carter, ben poco rimane della suspance e delle investigazioni paranormali delle 9 serie tv e del primo film.
Un ex prete, condannato per pedofilia, ha delle visioni riguardo a una agente dell'FBI rapita da poco in Virginia. Grazie a lui viene ritrovato un arto reciso. Così, visto che all'FBI nessuno crede ai sensitivi, ecco che tramite Scully cercano di riportare l'eremita Mulder al loro fianco. Scully ormai fa il medico (sua professione) in un ospedale cattolico in cui i preti sono più interessati ai costi che alla salute dei pazienti, mentre Mulder si nasconde in una stanza da schizoide, piena di ritagli di giornale appesi ovunque, con le solite matite piantate sul soffitto e i suoi semi di girasole. Però con la barba. Il ritrovamento di altre parti di corpi umani, dietro indicazione del prete, pare collegato alla scomparsa non solo della agente dell'FBI , ma anche di altre persone con gruppo sanguigno AB+ nella stessa zona. Come al solito Mulder crede al prete, mentre Scully lo fa ad intermittenza anche per disprezzo delle sue tendenze sessuali. Dietro a questa macabra scoperta c'è una malattia, c'è un cattivo russo, una coppia gay, ci sono particolari raccapriccianti.
Ma non c'è il solito feeling tra i due, anche se la loro relazione è solida. Non c'è il ritmo di un tempo, non si nota quasi il fatto che abbiano passato anni della loro vita lavorando a fatti misteriosi, anche il mitico direttore Skinner sembra quasi non conoscerli a fondo. Insomma, poteva essere una operazione commerciale migliore. Forse è passato troppo tempo dalla fine della serie per sperare di attirare il pubblico solo col nome di X Files. Forse non bastava riportare Mulder e Scully insieme sullo schermo. Ci voleva una storia con più tensione, ci voleva qualche complotto e qualche alieno in più. Per il semplice omicidio seriale a sfondo medico poteva bastare Hugh Grant (che aveva risolto Extreme Measures in modo brillante), non c'era bisogno di resuscitare una coppia che vanta milioni di affezionati col rischio di deluderli. Qui non c'è nulla di veramente X (o paranormale che dir si voglia), anche se le visioni del prete sono corrette c'è comunque un legame con la storia. Scully continua a non crederci un granchè nonostante ne abbia viste tante, Mulder ci crede con facilità perché, come lui stesso ammette, vuole crederci...

sabato 6 settembre 2008

Harry ti presento Sally

   Titolo originale:  When Harry met Sally
   Nazione:  Usa
   Anno:  1989
   Genere:  Commedia/Romantico
   Durata:  96'
   Regia:  Rob Reiner
   Sito ufficiale:   

   Cast:  Billy Crystal, Meg Ryan, Carrie Fisher, Bruno Kirby, Steven Ford, LIsa Jane Persky, Michelle Nicastro
   Produzione:  Castle Rock Entertainment
   Distribuzione:  Columbia Pictures


Il Morandini
Harry e Sally s'incontrano tre volte nell'arco di dieci anni e lui ogni volta ci prova, ma non va. Poi diventano amici e un bel giorno finiscono a letto insieme. Prima crisi, poi lieta fine. Da una sceneggiatura, scritta da Nora Ephron, abile, non troppo originale ma ricca di battute frizzanti, R. Reiner (1945), figlio di Carl ha cavato una piacevole commedia a tratti davvero divertente, con due bravi protagonisti, belle musiche (Berlin, Gershwin e Goodman), qualche strizzata d'occhio a Woody Allen e Blake Edwards.

La Romins
Harry e Sally con la location di New York (e in una scena di un meraviglioso loft) disquisiscono piacevolmente e animatamente di amicizia amore e sesso, lui appena lasciato dalla moglie, lei  mollata dal fidanzato che non voleva sposarla, riscoprendosi prima amici e poi innamorati, A contorno una coppia di amici e la difficile gestione dei sentimenti e dell'orgoglio.
È uno dei miei film preferiti. Non tanto per la storia in sé, non tanto per gli attori protagonisti, che comunque trovo meravigliosi… neanche per la scena tanto famosa al ristorante…
Harry ti presento Sally è la bibbia dei rapporti uomo-donna, che siano rapporti di amicizia, che siano rapporti d’amore. Io cito continuamente questo film e battute memorabili di questo film. E poi che bella è la scena in cui Harry presenta il suo migliore amico a Sally e lei presenta la sua migliore amica a lui e i due migliori amici scappano insieme in taxi lasciandoli soli davanti alla vetrina delle scarpe rosse? E il litigio per il tavolino ricavato da una ruota di carro? E la canzone alla fine?  E lei quanto è complicata? Con la salsa a parte, il cacao a parte, ecc… E che ideona un capello come filo interdentale quando sei al ristorante!!!
Frasi celebri dal film:
"Quando compro un libro, io leggo l’ultima pagina per prima: così, se muoio prima di finire, so quello che succede."

"Sto dicendo che l’uomo giusto per te forse è lì che ti aspetta: e se non lo acchiappi tu lo farà qualcun’altra, e passerai il resto della tua vita sapendo che un’altra donna ha sposato tuo marito!"

"Nessun uomo può essere amico di una donna che trova attraente: vuole sempre portarsela a letto."
"Allora stai dicendo che un uomo riesce ad essere amico solo di una donna che non è attraente?"
"No, di norma vuole farsi anche quella."

"E alla fine muori come tutti i newyorkesi, che nessuno se ne accorge finchè la puzza non arriva fino al pianerottolo!"

"Quando ti accorgi che vuoi passare il resto della tua vita con qualcuno, vuoi che il resto della tua vita inizi il più presto possibile!"

venerdì 5 settembre 2008

American Beauty


Titolo originale:  American Beauty
Nazione:  Usa
Anno:  1999
Genere:  Commedia
Durata:  2h e 01'
Regia:  Sam Mendes
Sito ufficiale:  www.americanbeauty-thefilm.com
Sito italiano:  www.uip.it/minifilm/beauty

Cast:  Kevin Spacey, Annette Bening, Thora Birch, Wes Bentley, Mena Suvari, Chris Cooper, Peter Gallagher, Allison Janney, Scott Bakula, Sam Robards.
Produzione:  Dreamworks
Distribuzione:  Uip
Uscita:  21/01/2000 (cinema)

Da morto, il 42enne Lester racconta la storia del suo ultimo anno di vita. Infelicemente sposato con Carolyn, la cotta che prende per Angela, compagna di scuola di sua figlia Jane, gli cambia la vita. Fa in tempo a guarire dall'infatuazione quando un ex ufficiale dei Marines, suo nuovo vicino di casa e padre di Ricky, innamorato di Jane, gli rivela la propria latente omosessualità e lo uccide. Da una sapiente sceneggiatura del commediografo nordamericano Alan Ball e dalla frontale messinscena dell'esordiente S. Mendes, regista teatrale britannico, è uscito un film di grande successo (pubblico, critici, premi) fintamente trasgressivo. Ironico, persino divertente, ma di fondo amaro, espone, esorcizzandoli, il disagio e il vuoto della società contemporanea, infinita contiguità di solitudini, e analizza la sua peculiare patologia, “l'incapacità di relazionarsi... di sentirsi... responsabili della vita degli altri” (Salvatore Natoli). Soltanto i due figli si salvano in questo deserto del disamore. È fin troppo perfetto e furbetto nel far tornare i conti: nei dialoghi, nel disegno di personaggi problematici (la moglie, il suo amante yuppie, il gay represso in divisa, la ninfetta vantona e vergine), nella meccanica narrativa. Tragicommedia double-face: realistica nell'analisi sociologica, ricca di elementi simbolici, sull'orlo del Kitsch (i petali di rosa) a livello di scrittura. Il titolo è il nome di una rosa, ma può alludere alle divagazioni di Ricky sulla bellezza nascosta del mondo. Malfatto doppiaggio italiano. 5 Oscar: film, regia, sceneggiatura originale, K. Spacey, fotografia (Conrad Hall). 

Autore del post: GFR

La morte corre sul fiume

La morte corre sul fiume

La morte corre sul fiume
 


(Night of the Hunter)


Un film di Charles Laughton. Con Robert Mitchum, Shelley Winters, Peter Graves, Lillian Gish. Genere Drammatico, b/n 90 minuti. - Produzione USA 1955.
Harry Powell,scopre che il suo compagno di cella ha nascosto dei soldi nella sua casa e vuole recuperarli, harry pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Riescono a fuggire da lui allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati. Grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, resa convincente da una regia secca e originale. Harry come orco, Rachel come fata e i due fratelli come Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez è una festa per gli occhi. Le inquadrature grazie alle luci maniacalmente posizionate sono una rilettura dell'espressionismo. Stupenda la sequenza in cui il vecchio scopre il cadavere di Willa, interpretata volutamente sopra le righe da Shelley Winters. La donna è legata alla guida dell'auto sul fondo del fiume e i suoi capelli lunghi si confondono con le alghe. Prima e unica regia dell'attore Charles Laughton che, con grande misoginia, mostra quasi tutte le figure femminili come ingenue e stupide. Si salva solo Rachel, interpretata da una grande Lillian Gish. Atto d'accusa contro il fanatismo nella religione cristiana e i falsi profeti, con riferimento al sud degli Stati Uniti. Forse la più grande e sfaccettata interpretazione di Mitchum, che sette anni dopo, ne Il promontorio della paura, si calerà in un personaggio molto simile. Tratto dal romanzo di Davis Grubb e girato in poco più di un mese. Laughton, a causa dell'insuccesso commerciale, non poté realizzare la sua trasposizione de Il nudo e il morto di Mailer. Oggetto di culto di molti cinefili è citato apertamente da Neil Jordan nel suo In compagnia dei lupi.

Forget Paris


  Tit. originale:  Forget Paris
  Nazione:  Stati Uniti
  Anno:  1995
  Genere:  Commedia
  Durata:  101'
  Regia:  Billy Crystal
  Soggetto:  Billy Crystal
  Sceneggiatura:  Billy Crystal, Lowell Ganz, Babaloo Mandell
  Cast:  Billy Crystal, Debra Winger, Joe Mantegna, Julie Kavner
  Produzione: Columbia
   

 

Mi è venuto in mente l'altra sera quando si parlava del barista perfetto, quello che sa già cosa vuoi e alla terza volta che ti vede non pone neanche più la domanda. Mi è venuto in mente perché qui Billy Crystal è l'emblema dell'uomo abitudinario soprattutto al ristorante, dove ordina sempre, immancabilmente lo stesso piato: scaloppine alla pizzaiola!!!
A parte questa considerazione, è uno dei film meno noti di Crystal ma anche la sua seconda prova come regista (la prima, Mr. Saturday Night del 1992), creatore del soggetto e sceneggiatore.
Mickey Gordon (Billy Crystal) è un arbitro di basket che deve portare in Francia il cadavere del padre che vuole essere là sepolto. La compagnia aerea, però, smarrisce la bara e Mickey fa così conoscenza con l'addetta al servizio reclami, Ellen Andrews, americana come lui ma sposata con un francese. I due si conoscono, si amano, lei lascia il marito e torna in America.
Questo è solo l'inizio della storia, che è raccontata a turno dagli amici che li attendono a cena, in un lungo flashback inframmezzato di tanto in tanto da un breve ritorno al presente con conseguente cambio di narratore. Perché ognuno di loro conosce solo una parte, o un lato, della vicenda.
Dal racconto si scopriranno le difficoltà di coppia, i necessari compromessi, un padre non autosufficiente che si ritrovano tra capo e collo con le conseguenti difficoltà di gestione ed un figlio che non arriva nonostante tutti i possibili tentativi.
E' una commedia tutto sommato leggera, a tratti prevedibile, ma con qualche punta di tristezza qua e là e soprattutto con momenti di genialità nei dialoghi. Come quando la difficoltò di comunicazione nella coppia viene sintetizzata in:
"Il vero problema tra loro era che lui era un uomo e lei una donna...".

giovedì 4 settembre 2008

The Bourne Identity

Titolo Originale: The Bourne Identity
Regista: Doug Liman
Sceneggiatori: Tony Gilroy and W. Blake Herron
Interpreti: Matt Damon, Franka Potente, Chris Cooper, Brian Cox, Julia Stiles
Uscita: 15 November 2002 (Italy) more
Genere: Azione, Avventura, Mistero, Thriller
Awards: 3 wins & 4 nominations

Un uomo gravemente ferito viene raccolto in mare. Una volta ristabilitosi scopre di aver perso totalmente la memoria ma non le proprie abilità, dal parlare varie lingue all’usare con disinvoltura armi e arti marziali. Il recupero di una cassetta di sicurezza presso una banca di Zurigo non fa che aggiungere confusione, visto che contiene sei passaporti diversi. Tra tutte l’identità più probabile sembrerebbe quella di Jason Bourne, americano residente a Parigi. Giocoforza recarvisi, convincendo una ragazza a dargli un passaggio in cambio di 10.000 dollari. Ma qualcuno della Cia sa benissimo chi è lo smemorato, e preferirebbe decisamente vederlo morto… Tratto dal romanzo “L’uomo senza volto” di Robert Ludlum,The Bourne Identity convince a metà. L’idea alla base dell’operazione – resuscitare il film di spionaggio “adulto” in voga nei ’70 – è intrigante. Purtroppo la resurrezione si limita alla confezione. La concitazione di regia e montaggio mette capo a una suspence piuttosto modesta, con qualche sequenza notevole (una per tutte, l’inseguimento automobilistico in Mini per le strade di Parigi) che non riesce però a costituirsi in racconto. Ovviamente preso di per se sembrerebbe modesto, ma vedendo in sequenza la trilogia, ne esce una retrospettiva della ricerca di se stesso in un ambito complesso passando attraverso l'immagine che gli altri hanno di lui. Questa macchina da guerra, ripercorre passo dopo passo recuperando  la memoria la propria vita per scoprire chi è realmente, ma lasciando spazio al libero arbitrio e rinnegando errori del passato e cercando di provi rimedio dove può. Per me uno dei migliori spystory degli ultimi anni.

L'uomo senza sonno

  Titolo originale:  The machinist
  Nazione:  Spagna
  Anno:  2004
  Genere:  Thriller
  Durata:  102'
  Regia:  Brad Anderson
  Sito ufficiale:  machinistmovie.com
  Cast:  Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Aitana Sánchez-Gijón, John Sharian, Michael Ironside
  Produzione:  Julio Fernández
  Distribuzione:  Nexo
  Data di uscita:  19 Novembre 2004 (cinema)



Il Morandini
E' il caso raro di un thriller che ha per teatro principale una fabbrica sebbene l'etichetta di genere gli stia stretta. È il caso insolito di un film ambientato in modo attendibile in una città degli USA, ma girato interamente a Barcellona e in Catalogna, prodotto da Luis Fernandez, il principale responsabile della moda dell'horror dell'ultimo cinema spagnolo, grazie ai film di Brian Yuzna. È la storia di Trevor Reznik, paranoico operaio meccanico, eroso nel corpo dall'insonnia e nella mente da una misteriosa ossessione di cui, nonostante qualche indizio (Dostoevskij), si scopre l'origine solo verso la fine. È una grande prova d'attore sull'orlo dell'istrionismo, dell'irriconoscibile C. Bale che ha perso 30 chili per entrare nella parte. È la conferma del talento visivo e visionario del britannico B. Anderson, tutto giocato sul doppio piano di surreale/reale, mentale/fisico, astratto/concreto, malattia/salute.

La Romins
Thriller di produzione spagnola del 2004. Tra il claustrofobico e il soporifero, L’uomo senza sonno, titolo originale The machinist (El maquinista), è la storia di Trevor, che da un anno non riesce più a dormire. Stremato dalla mancanza di sonno, ridotto ad un aspetto cadaverico, perde peso quotidianamente e vive un senso di angoscia che sfoga nell’allucinazione. E’ un film sul senso di colpa che fino alla fine non si capisce dove stia.
Trevor è un operaio paranoico e ossessionato. La sua mancanza di riposo, inizialmente inspiegabile, causa un gravissimo incidente di lavoro nella fabbrica nella quale lavora. Difficile distinguere la realtà dalla paranoia di Trevor, che inizia a pensare di trovarsi al centro di un complotto, finchè non si estranea dalla sua stessa vita e la ricompone come un puzzle fino alla rivelazione finale, che arriva con un flash back e con la risoluzione di un enigma che il protagonista gioca… con la sua coscienza? con una presenza misteriosa e ossessiva?
Inquietante e ambiguo, si svolge tra anonime e squallide abitazioni, desolanti e grigie strade, una fabbrica opprimente e snervante, figure inquietanti che ruotano attorno al protagonista, che a tratti rivela una malinconia che sfocia nella dolcezza.
La scenografia cupa, il coinvolgimento asfissiante, sono le sensazioni che mi sono rimaste. L’angoscia che mi ha accompagnata nella visione del film e l’interpretazione di Bale, la regia di Anderson che a tratti mi ha ricordato David Linch, anche se con l’eleganza di Hitchock, l’originalità della trama, la vita anonima di Trevor, sfocata, malinconica, opprimente, sfociano nel gioco dell’impiccato, attorno al quale metaforicamente ruota il film.
Per interpretare Trevor Christian Bale ha perso 30 kg, mettendo a rischio il suo equilibrio fisico e mentale, ma calandosi alla perfezione nel ruolo, guadagnandosi il favore della critica che lo paragona a Robert De Niro. Io personalmente trovo la sua magrezza tra lo sconvolgente e l’eccitante.  Viene ripreso insistentemente nella sua magrezza, che diventa il punto focale, insieme al grigiore della scenografia, di ogni inquadratura, della fotografia cupa e inquietante. In questo film non succede nulla, eppure si esce con un senso di oppressione che vale la visione.
Una chicca del film sono alcune citazioni a Dostoevskij: la trama ricorda vagamente Il sosia, nel film Trevor legge L’idioda, e inoltre, mentre guida sulla Route 66, si legge un’insegna che cita il titolo Delitto e Castigo.
Occhio agli indizi che possono farvi capire come andrà a finire, ma che alla fine comunque vengono riproposti a ritroso e che svelano il motivo dell’insonnia.
Frase cult del film:
"Se fossi più magro non esisteresti!"